mercoledì 12 febbraio 2014

COMUNICAZIONE NON VERBALE di Francesco LA VARVERA

Il libro "COMUNICAZIONE NON VERBALE" di Francesco LA VARVERA (SOVERA Edizioni www.soveraedizioni.it) spiega quanto è importante divenire consapevoli dei segnali non verbali.
Comunicare è un processo sostenuto da una consapevolezza che non è solo cognitiva, ma soprattutto fisica e corporea.
Il modo in cui una persona parla, il suo aspetto, la sua mimica, le posture, la prossemica, comunicano una varietà di informazioni che ci aiutano a creare un'immagine dell'altro.

Quindi durante le conversazioni il messaggio verbale è seguito, e in qualche modo influenzato, da un insieme di elementi non verbali che possono essere di tipo non vocale come i gesti, i movimenti del corpo, la postura, le espressioni del volto, lo sguardo, e di tipo vocale definiti paraverbali come l'intonazione, la qualità della voce, le vocalizzazioni e le pause.
La comunicazione non verbale può non solo sostenere, modificare e completare la parte verbale, ma anche sostituirla completamente quando determinate condizioni non permettono l'utilizzo delle parole.
Leggi anche altre recensioni sullo stesso argomento:

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Francesco La Varvera è psicologo e psicoterapeuta. Esperto in perizia psicologica e in disturbi di personalità nell'adolescenza e nell'età giovanile, dal 2008 segue laboratori di recupero scolastico e ludico ricreativo con minori dai 6 ai 16 anni residenti nei quartieri palermitani Zen e Brancaccio.

"Comunicazione non verbale" ci insegna come comunicare senza la parola. "Divenire consapevoli del proprio modo di usare la componente non verbale all'interno di una comunicazione è un training che ogni persona dovrebbe poter seguire, poichè essa è alla base di una buona comunicazione.
La comunicazione non verbale avviene ogni volta che un individuo lancia informazioni a un altro attraverso lo sguardo, i gesti, la voce, la postura: quando, cioè, si utilizzano uno o diversi canali considerati non verbali.
Il contenuto verbale influenza solamente il 7% della nostra comunicazione.

Da Paul Watzlawick in poi la comunicazione viene assunta come costituentesi di due dimensioni:
una di contenuto, ovvero quello che si dice, e l'altra di relazione, che è l'aspetto relazionale costituito da elementi "estetici", che determinano la qualità relazionale della comunicazione.
Quindi se il registro verbale risponde alla domanda "CHE COSA" comunichiamo, quello non verbale si focalizza su "IN CHE MODO" comunichiamo.

"Comunicazione non verbale" è formato da 8 capitoli:
CAPITOLO PRIMO: LINGUAGGIO E COMUNICAZIONE
CAPITOLO SECONDO: COMUNICAZIONE NON VERBALE
CAPITOLO TERZO: ESTETICA DELLE EMOZIONI
CAPITOLO QUARTO: COMPONENTI PARALINGUISTICI
CAPITOLO QUINTO: I GESTI
CAPITOLO SESTO: LO SPAZIO E IL CONTATTO
CAPITOLO SETTIMO: L'ASCOLTO
CAPITOLO OTTAVO: NEUROSCIENZE ED ESPERIENZA ESTETICA: EMPATIA E "SIMULAZIONE INCARNATA"

L'ASCOLTO

Un elemento importante nella comunicazione efficace è ciò che si può sintetizzare in una qualità dell'ascolto nettamente superiore, cioè l'ASCOLTO ATTIVO. L'ascolto attivo si basa sull'empatia e si fonda sulla creazione di un clima positivo in cui potersi sentire empaticamente compresi e non giudicati.
Per essere attivo l'ascolto deve essere aperto e disponibile non solo verso l'altro e quello che dice, ma anche verso noi stessi, ascoltando le nostre reazioni.
Quindi ascolto attivo non è solo ascoltare l'altro, ma dimostrare di ascoltare.

Grazie alla nostra lettura dei segnali corporei riusciamo a percepire e a trasmettere con profonda empatia ciò che è giusto e ciò che riteniamo sbagliato, così come a comunicare attenzione o disattenzione. Per improntare un buon ascolto è quindi importante:
- Sospendere ogni giudizio, cercando di non interpretare a priori ciò che l'interlocutore dice; - Osservare ed ascoltare; - Mettersi nei "panni" dell'altro;
- Verificare la comprensione, attraverso la riformulazione e la verbalizzazione di domande aperte; - Curare l'ambiente

LE SETTE REGOLE DELL'ASCOLTO

1) Non avere fretta di arrivare a delle conclusioni
2) Quel che vedi dipende dal tuo punto di vista e, per riuscire a vedere il tuo punto di vista, devi cambiare punto di vista
3) Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che hai ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose e gli eventi dalla sua prospettiva
4) Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali se sai comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi ma su come guardi
5) Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili
6) Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione interpersonale
7) Per divenire esperto dell'arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica

La capacità di fare domande risulta essere molto importante per approfondire e chiarire aspetti che possono apparire confusi. Le domande possono essere:
APERTE: da preferire nella fase iniziale del colloquio, tendono ad ampliare e approfondire la relazione, stimolano l'esposizione di opinioni e pensieri;
CHIUSE: servono a puntualizzare alcuni dati e lasciano poco spazio all'interlocutore per formulare risposte complesse (es: quando? dove? chi?)

NEUROSCIENZE ED ESPERIENZA ESTETICA: EMPATIA E "SIMULAZIONE INCARNATA"

Nel 1991 il gruppo di ricercatori dell'Università di Parma, coordinato da Giacomo Rizzolatti, ha scoperto l'esistenza dei neuroni specchio, un gruppo di cellule che si attivano sia durante l'esecuzione di movimenti finalizzati, sia osservando simili movimenti eseguiti da altri individui.
Tale scoperta sembra sostenere l'ipotesi di una base fisiologica al concetto psicologico di empatia. L'empatia viene quindi intesa come una competenza profondamente corporea, grazie alla quale siamo in grado di mappare una relazione di somiglianza con l'altro, utilizzando non solo le emozioni ma soprattutto le sensazioni e le azioni, che provengono dal nostro corpo.

Attraverso l'integrazione tra sistema percettivo ed azione motoria si creano rappresentazioni interne
a partire dagli stati intenzionali di altri soggetti, evidenziando così la natura fondamentalmente sociale dei "neuroni mirror" (neuroni specchio).
La scoperta dei neuroni specchio dimostra che il sistema motorio può essere attivato sia in una condizione "on line" (durante l'esecuzione del gesto) sia in una condizione "off line" (durante l'osservazione o l'immaginazione di un atto che rientri nel repertorio motorio del soggetto che osserva).

Quindi gli atteggiamenti non verbali danno qualità alla relazione influenzando le percezioni degli attori comunicativi che daranno a loro volta un preciso "colore" e una determinata "sfumatura" alla relazione in atto.
Proporre una consapevolezza che educhi al non verbale non è solo educare ad una tecnica di comunicazione ma permette di acquisire una più efficace capacità di gestione della relazione, ma soprattutto una maggiore consapevolezza corporea che passa prima da noi come esseri "incarnati", cioè fatti da un corpo che è mediatore tra noi e il mondo (mondo che così arriva a noi in modo del tutto corporeo), e da qui raggiungere l'altro in relazione con noi.

La tecnica diventa così conquista grande per l'essere umano, che presuppone il nostro metterci in gioco in prima persona, mettendo in chiaro concetti come la pianificazione che sgancia l'uomo dalla sua natura prima di allora immutabile e in questo modo invece modellabile e manipolabile tanto da renderla più adatta ad esso stesso."
Francesco La Varvera


Alcuni dei libri consigliati nella BIBLIOGRAFIA
La comunicazione non verbale di Marino Bonaiuto e Fridanna Maricchiolo
Il linguaggio del corpo di James Borg
Psiche e techne di Umberto Galimberti 

Un caro saluto.
Personal COACH, PNL practitioner e grande appassionato di sviluppo personale a 360 gradi

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