mercoledì 2 dicembre 2015

TRASFORMARE LA SOFFERENZA L'arte di generare la felicità di THICH NHAT HANH

"TRASFORMARE LA SOFFERENZA L'arte di generare la felicità" di Thich Nhat HANH (Terra Nuova Edizioni www.terranuovalibri.it) spiega che è possibile affrontare la sofferenza interiore per trasformarla in una risorsa di felicità.
Essere felici non significa eliminare il dolore ma saperlo affrontare in modo adeguato.
Per raggiungere questo obiettivo il testo illustra numerose pratiche di respirazione e meditazione, semplici esercizi che aiutano a entrare in contatto con la propria interiorità e conseguire una maggiore serenità.
Il grande segreto per vivere felici è riconoscere e trasformare la sofferenza, non fuggire da essa. Il dolore ci spaventa e la società in cui viviamo ci suggerisce molte scappatoie per non guardare in profondità ciò che ci tormenta.

C'è chi per non sentire la sofferenza usa il cibo, chi si stordisce con la televisione, l'alcol o altri strumenti di distrazione di massa.
Thich Nhat Hanh suggerisce di affrontare a viso aperto il dolore, fermarci, praticare il respiro consapevole e meditare, così da generare quell'energia necessaria per vivere a fondo la propria vita.
"Quando impariamo come soffrire soffriamo molto molto meno" (afferma il maestro zen) e viviamo in modo autentico la gioia come il dolore.
Con la solita chiarezza e gioia Thich Nhat Hanh mostra come affrontare con consapevolezza le ferite dentro di noi: ci insegna l'arte della felicità.
"Quasi tutti hanno paura della sofferenza. La sofferenza però è una specie di fango che permette la crescita del fiore di loto della felicità.
Non ci può essere un fiore di loto senza fango." Thich Nhat Hanh
Leggi anche la recensione di un altro libro dello stesso autore:

PAURA di THICH NHAT HANH Supera la tempesta con la saggezza ZEN

Leggi un estratto dal libro TRASFORMARE LA SOFFERENZA di Thich Nhat HANH

Thich Nhat Hanh è un monaco buddhista Rinzai, scuola di pensiero dello ZEN, poeta e attivista vietnamita per la pace.
E' il maggiore maestro zen vivente, riconosciuto come tale dalla Cina agli Stati Uniti. Nel 1967 è stato candidato al Nobel per la pace da Martin Luther King.

Nel 1982 ha fondato Plum Village, comunità di monaci e laici nei pressi di Bordeaux, nella quale tuttora vive e insegna l'arte di vivere in consapevolezza.
Ai ritiri di Nhat Hanh partecipano ogni anno migliaia di persone, provenienti da ogni parte del mondo. I suoi numerosi libri sono stati tradotti in oltre 50 Paesi.

"Se sappiamo riconoscere la sofferenza, se la abbracciamo e ne osserviamo a fondo le radici, sappiamo lasciar andare le abitudini che la alimentano e possiamo trovare allo stesso tempo una via per essere felici.
La sofferenza ha i suoi aspetti benefici: può essere un'eccellente maestra...

Il modo per cominciare a produrre la medicina della presenza mentale è fermarci e fare un respiro cosciente, prestando tutta l'attenzione all'inspirazione e all'espirazione.
Quando ci fermiamo e facciamo un respiro in questo modo unifichiamo corpo e mente e torniamo a casa a noi stessi.
Sentiamo più pienamente il nostro corpo; solo quando la mente è insieme al corpo siamo vivi per davvero. La notizia straordinaria è che l'unità di corpo e mente si può realizzare anche con un solo respiro.
Forse è da un po' che non siamo molto gentili con il nostro corpo; se ne riconosciamo la tensione, il dolore e lo stress, possiamo immergerlo nella nostra presenza consapevole e questo è l'inizio della guarigione.

Se ci curiamo della nostra sofferenza interiore abbiamo più chiarezza, energia e forza per essere in grado di affrontare la sofferenza dei nostri cari per la violenza, la povertà e l'ingiustizia, la sofferenza della nostra comunità e del mondo.
Se invece siamo troppo occupati ad affrontare la nostra personale paura e disperazione, non possiamo dare una mano ad alleviare la sofferenza degli altri.
Soffrire bene è un'arte: se sappiamo curarci della nostra sofferenza, non soltanto soffriremo molto meno ma potremo generare più felicità attorno a noi e nel mondo."
Thich Nhath Hanh




Un caro saluto. Raffaele Ciruolo


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